Questi nuovi lavori, esposti per la prima volta negli spazi del Teatrino di Corte, che l’artista ha chiamato “Superfici”, in realtà portano lo spettatore a percorrere sentieri profondi. Viene in mente Leonardo, in uno dei suoi scritti, quando dice “ Nessun colore che rifletta nella superficie d’un altro corpo, tinge essa superficie del suo proprio colore, ma sarà misto con i concorsi degli altri colori riflessi, che risaltano nel medesimo luogo…“ Un rimando dunque, come nelle tele della Bartesaghi, a superfici irradiate che tendono a dilatarsi, forse a godere del sole più intensamente, come una lucertola che si appiattisce nelle assolate giornate dell’amata Versilia.
Superfici che fanno venire in mente i riflessi del cielo sull’acqua, come in un intenso romanzo di Baricco dove il protagonista Hervé Joncour
“Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva attraverso il parco fino al lago, e si fermava per ore, sulla riva, a guardare la superficie dell’acqua incresparsi formando figure imprevedibili che luccicavano a caso, in tutte le direzioni. Era uno solo, il vento: ma su quello specchio d’acqua, sembravano mille, a soffiare. Da ogni parte. Uno spettacolo. Lieve e inspiegabile. (… ) passava ore a guardarlo, giacché, disegnato sull’acqua, gli pareva di vedere l’inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.“
Armando Fusco
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